Sporting Lodigiani, un “grazie” è il minimo

Dopo alcuni mesi di attesa, è arrivata l’ufficialità: lo Sporting Lodigiani, dopo quattro anni di irrefrenabile ascesa nel mondo del calcio a 5 italiano, si ferma. Non ci sarà la Serie B né, pare, nessuna categoria inferiore. Ora si potrebbero fare tante considerazioni, analizzare gli ultimi mesi piuttosto tesi sul piano dirigenziale, ma crediamo che, in questa sede, non sia opportuno infierire più di tanto. Resta l’amaro in bocca per come una favola veramente stupenda sia finita troppo in fretta. Ma questo è il mondo del futsal, dove le società scompaiono regolarmente, persino ai massimi livelli per, magari, riapparire più in là.

Come è stato apertamente palesato, non eravamo d’accordo con l’operazione Cogianco Lodigiani. Una fusione solo apparente, gestita malissimo a livello di comunicazione e dimostratasi coi piedi di burro in fase attuativa. La notizia shock di inizio Gennaio è stato per la società del presidente Bocci un boomerang che, nella sua traiettoria di ritorno, ha travolto tutto ciò che incontrava, squadra e speranze per il futuro comprese.

Non vogliamo, però, parlare dell’esperienza Sporting solo in base a come è finita, almeno per quel che riguarda la prima squadra. Ci piace giusto pensare che, tirate le somme, essa sia stata una storia affascinante e anche, se vogliamo, utile al nostro blasone. I risultati parlano chiarissimo. Una scalata senza soste dal 2010 al 2013; un titolo nazionale in bacheca; un campionato nazionale di Serie B culminato con i play-off promozione; il miglior cannoniere della nazionale italiana di sempre, Andrea Rubei, che ha indossato con onore questa casacca. Pezzi da novanta in squadra come Marcelo Moreira o Domenico Giannone, per non parlare di tutta l’affiatata truppa. Per quanto precoce nella sua ascesa e nella sua fine, la storia dello Sporting è stata pura adrenalina, un giocattolo costruito e gestito benissimo finché ha funzionato l’aspetto finanziario. Ovviamente, ogni promozione, ogni salto in alto ha costituito un’asticella in più sul piano del bilancio, e sotto l’aspetto degli sponsor non si è riusciti a sopperire al sempre più crescente bisogno di liquidi. Cose che capitano nel calcio, figuriamoci in uno sport per appassionati come il calcio a 5, relegato a fratello minore e sfigato di quello che va per la maggiore. Essendo, in ogni caso, onesti intellettualmente, ed al netto della storia Cogianco, credo che un “grazie” sincero vada dato al presidente Bocci, al direttore generale Amato, al direttore tecnico Stefano Barboni e a tutto lo staff che si è fatto in quattro per portare in alto il nome della Lodigiani. E’ stato veramente un piacere seguire, pur non ufficialmente e spesso da lontano, le imprese di questi ragazzi.

Una parola “fine” definitiva, comunque, non pare esserci. Ad oggi, lo Sporting Lodigiani risulta ancora una società operante ed attiva e potrebbe continuare la propria attività nel settore giovanile. Poi chissà, nella vita non si sa mai. Il ritorno al futuro, chiacchieroni a parte, potrebbe sempre esserci. Ciò che più conta, se ci sarà veramente un futuro, almeno per noi, è che le due Lodigiani non si pestino i piedi e rimangano ognuna nel proprio campo. Intanto un “grazie” allo Sporting per aver illuminato anni di Lodigiani altrimenti immersi nell’oscurità.

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